🌍 Esplorazione 2 di 5. Lo score prognostico CoRisk come pezzo del puzzle nella previsione dell'outcome nei pazienti con ictus
🧠 Nonostante i casi di ictus siano circa 10 milioni all'anno in tutto il mondo, ognuno è un'esperienza unica che lascia, a ogni sopravvissuto, una storia clinica diversa.
🔍 Pertanto gli studi dedicati alla ricerca di metodologie di valutazione prognostica nei pazienti con ictus sono
molteplici. Tutti hanno però un obiettivo in comune: creare un modello predittivo efficace.
🧩 Ognuno di questi studi aggiunge un importante pezzo di puzzle alla grande memoria che può essere usata dall'IA per effettuare questo tipo di valutazione in modo più efficace.
🧮 Tra questi studi trova spazio lo score prognostico CoRisk che, valutando i livelli nel sangue di copeptina, è in grado di prevedere l'outcome dell'ictus ischemico acuto nei primi 3 mesi.
🔬Lo studio citato nelle fonti, ha valutato i livelli di copeptina ematici in 1102 pazienti che accedevano al pronto soccorso con diagnosi di ictus ischemico acuto. Il risultato ha evidenziato come i livelli di copeptina sono direttamente proporzionali al rischio di outcome sfavorevole a 3 mesi dall'evento ischemico.
❓Lo score CoRisk integra ai livelli di copeptina informazioni quali l'età del paziente, l'avvenuta trombolisi e il NIHSS score (uno score basato sulla sintomatologia) per ottenere delle informazioni più precise.
😰 Purtroppo però, lo score CoRisk ha alcuni limiti. Infatti non è in grado di prevedere il rischio di mortalità e la probabilità di eventi sfavorevoli oltre i 3 mesi. Inoltre non permette di selezionare i pazienti per la trombolisi farmacologica o il trattamento endovascolare.
🤖 Proprio per questo è fondamentale il ruolo dell'lA che, integrando questo score ad altre valutazioni che vedremo nei prossimi articoli, è in grado di avere una panoramica più completa sulla prognosi dei pazienti e permette di creare piani terapeutici personalizzati in base alle esigenze.